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Antonio, Marco.

Uomo politico e condottiero romano. Nato da una antica famiglia aristocratica, riuscì a occupare le varie cariche politiche grazie all'appoggio di Cesare di cui era nipote. Fu così nominato questore nel 52 a.C. e tribuno della plebe e augure nel 50 a.C. dopo la conquista di Alesia. Fu al fianco di Cesare durante il passaggio del Rubicone ed ebbe una parte decisiva nella battaglia di Farsalo contro Pompeo nel 48 a.C. Nel 47 fu nominato magister equitum e nel 44 console insieme a Cesare. Questa associazione gli permise di rivestire un ruolo importante dopo la morte del dittatore. Avendo scelto il compromesso con i cesaricidi in cambio della ratifica degli atti di Cesare, la sua posizione moderata gli rese avversari i veterani dell'esercito sobillati da Ottaviano. Per questo A. dovette affrontare i cesaricidi rifugiatisi in Gallia e si vide costretto a portare la guerra contro Bruto Decimo a Modena. Sconfitto nel 43 fu obbligato prima ad allearsi con Lepido e successivamente con Ottaviano, dando vita al triumvirato ratificato dalla legge Titia. I triumviri si accordarono per punire i cesaricidi e i loro sostenitori con una serie di epurazioni di cui fu vittima anche Cicerone. Dopo la sconfitta di Bruto e Cassio a Filippi nel 42 a.C., i tre triumviri si spartirono le zone di influenza. A Ottaviano spettarono le isole e l'Africa tranne una provincia assegnata a Lepido, ad A. l'Oriente. A. iniziò da allora una politica ambigua. Legatosi a Cleopatra adottò una condotta religiosa tipicamente orientale collegando il culto della sua persona a quello del dio Dionisio. Affidò il governo di molte regioni a dinastie locali pur accentuando la presenza fiscale dello Stato con forti esazioni. Si accordò ben due volte con Ottaviano nel tentativo di rafforzare il triumvirato, una volta a Brindisi nel 40 quando sposò la sorella di Ottaviano, Ottavia, e successivamente nel 37 a Taranto. Nel 39 però dopo un soggiorno in Italia, ripudiata Ottavia, egli ritornò in Oriente dove accentuò ulteriormente la sua politica filoorientale, rendendo in tal modo ancora più saldo il legame tra Ottaviano e i ceti dirigenti delle province italiche. Negli anni successivi A. condusse una disastrosa spedizione contro i Parti e una campagna vittoriosa contro l'Armenia, per la quale celebrò il trionfo ad Alessandria e cedette ai figli avuti da Cleopatra alcuni territori dell'Impero, cosa che Ottaviano fece apparire agli occhi dei ceti italiani come un tradimento. L'urto tra i due divenne inevitabile. Sconfitto ad Azio nel 31 A. riparò con Cleopatra in Egitto dove si uccise (Roma 82 a.C. - Alessandria 30 a.C.). • Lett. - Il personaggio di A. ha ispirato numerose opere di poeti, prosatori, musicisti. Il più famoso è il dramma di W. Shakespeare, che segue fedelmente la Vita di Antonio di Plutarco. La tragedia è il dramma di un uomo che in preda alla passione si lascia travolgere in una atmosfera festosa dimentico di ogni altro valore. Il dramma fu ripreso e rimaneggiato poi da J. Dryden in All for Love (Tutto per l'amore) nel 1678. Completamente diverso è l'Antonio e Cleopatra di A. Gide del 1920 dove il soggetto è modificato dalla ricerca di una raffinatezza intellettualistica. • Mus. - Tra le opere in musica si ricordano Antonius and Cleopatra di Wittengestein del 1889 e l'A. e Cleopatra di Malipiero del 1939. • Arte - Tra le pitture che hanno come soggetto A. e i suoi amori con Cleopatra sono famosi i grandiosi affreschi di Tiepolo a Palazzo Labia a Venezia.